Diritto al servizio di pediatria per minori stranieri

Fabio Rocco 

 

Secondo l’attuale applicazione delle linee guida regionali i minori stranieri non regolarmente soggiornanti possono accedere alle prestazioni sanitarie unicamente tramite il Pronto Soccorso, per cure indifferibili e urgenti, senza poter fruire della disponibilità di un pediatra. Questa previsione di fatto li esclude dall’accesso al servizio pediatrico a libera scelta, di cui usufruiscono, invece, i minori italiani e soggiornanti regolari e nega loro l’assistenza di base come cura ordinaria.

Questa disparità di trattamento coinvolge anche gli Istituti Scolastici come il nostro, in particolare in questo periodo di pandemia. Il risultato è una maggiore difficoltà ad avere un riscontro medico relativamente ai casi di Covid-19, così come di qualsiasi altra patologia, nel caso di minori non regolarmente soggiornanti.

La parità di trattamento di tutti i minori sotto il profilo sanitario, a prescindere da qualsiasi altra condizione, è garantita dalla Convenzione di New York del 20 Novembre 1989 sui diritti del fanciullo e non ammette alcuna possibile distinzione tra i minorenni in base alla loro origine nazionale o con riferimento alla loro condizione amministrativa di irregolarità di soggiorno. Secondo la Convenzione il minore ha il diritto di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici e nessun minore può essere privato del diritto di avere accesso a tali servizi. Questo concetto è ripreso nel nostro ordinamento dall’art. 63 del DPCM 12.01.2017 “i minori stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno sono iscritti al Servizio sanitario nazionale ed usufruiscono dell’assistenza sanitaria in condizioni di parità con i cittadini italiani”. Anche nella Delibera di Giunta Regionale 753/19 si riprendono questi principi, senza però attuarli, in quanto nei fatti non esiste un servizio pubblico di pediatria per i minori stranieri non regolari.

In seguito a questa situazione si è espresso il Tar del Veneto con sentenza del 19 ottobre scorso, che ha stabilito il diritto dei cittadini stranieri minori di età irregolarmente soggiornanti, sia comunitari che extracomunitari, di avere un servizio ambulatoriale pediatrico pubblico accessibile gratuitamente equiparabile al pediatra di libera scelta. La sentenza obbliga la Regione Veneto a riconoscere tale servizio.

In allegato la sentenza

discriminazione_bambini_veneto_ordinanza_tribunale_asgi.pdf